Cos'è la transizione ecologica e perchè è fondamentale.
La transizione ecologica rappresenta un cambiamento radicale e complesso che ha l’obiettivo di rimodellare profondamente il nostro stile di vita, il modo in cui lavoriamo, produciamo e consumiamo, in un’ottica di rispetto dell'ambiente e in sintonia con il pianeta.
La transizione ecologica rappresenta un cambiamento radicale e complesso che ha l’obiettivo di rimodellare profondamente il nostro stile di vita, il modo in cui lavoriamo, produciamo e consumiamo, in un’ottica di rispetto dell'ambiente e in sintonia con il pianeta. Questo processo di trasformazione socio-ecologica (rimandando al concetto base di sostenibilità) sottolinea la connessione intrinseca tra i cambiamenti sociali e quelli ambientali, riconoscendo che le azioni e le attività dell’uomo hanno un impatto diretto e significativo sugli ecosistemi terrestri, marini e sul clima globale.
La transizione ecologica si può dividere in tre aspetti principali:
Aspetti Sociali
La transizione ecologica richiede che avvenga un cambiamento culturale e comportamentale significativo, da parte di tutta la popolazione mondiale. Questo include l'adozione di stili di vita più sostenibili, come ad esempio un ridotto utilizzo di plastica monouso, la promozione dell’educazione ambientale e la sensibilizzazione della popolazione sui temi della sostenibilità. Le comunità devono essere coinvolte attivamente nel processo decisionale, garantendo che le soluzioni adottate siano inclusive e tengano conto delle esigenze di tutti i membri della comunità, con una particolare attenzione verso i soggetti più fragili e vulnerabili.
Aspetti Economici
Dal punto di vista economico, la transizione ecologica implica un rimodellamento e una ristrutturazione totale dei settori produttivi e dei mercati globali. È necessario promuovere l'innovazione tecnologica e l'adozione di pratiche produttive sostenibili, che riducono l'impatto ambientale e migliorano l'efficienza delle risorse. Questo, ad esempio, si può tradurre nell'investire in energie rinnovabili, introdurre pratiche di economia circolare (riutilizzo degli scarti di produzione), sviluppare e migliorare l'agricoltura sostenibile e la mobilità ecologica. Le politiche economiche di tutti i governi devono incentivare le imprese a ridurre le emissioni di gas ad effetto serra (GHG) e a sviluppare prodotti e servizi sostenibili e che non creino danno all’ambiente in cui viviamo.
Aspetti Ambientali
La dimensione ambientale della transizione ecologica si concentra prevalentemente sulla protezione e sul ripristino degli ecosistemi naturali. Più nel dettaglio, questo comprende la stima e, di conseguenza, la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra (GHG) da parte di tutte le organizzazioni e della popolazione, la conservazione della biodiversità, la gestione sostenibile delle risorse idriche e la lotta contro la deforestazione e la desertificazione. La gestione sostenibile dei rifiuti e la riduzione dell'inquinamento, che possono rientrare sotto il concetto di economia circolare, sono altre componenti fondamentali. Le politiche ambientali promosse dai governi devono essere basate su dati scientifici e promuovere un approccio preventivo e precauzionale per riuscire a raggiungere gli obiettivi previsti dall’Accordo di Parigi.
I principali obiettivi della transizione ecologica, che toccano tutti gli aspetti elencati precedentemente, sono:
Riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra (GHG): quantificazione dell'impatto ambientale in termini di CO2 equivalente (Carbon Footprint) e successiva riduzione e compensazione di tale impatto. Questo, ad esempio, può avvenire tramite una progressiva eliminazione dei combustibili fossili a favore di fonti energetiche rinnovabili come l'energia eolica, solare e fotovoltaica, oppure tramite un minor utilizzo di materie prime non rinnovabili. L’obiettivo finale è quello di raggiungere la neutralità carbonica (Net Zero) entro il 2050.
Efficienza energetica: miglioramento dell'efficienza energetica negli edifici, nei trasporti e in tutti i processi industriali per ridurre il consumo energetico e minimizzare gli sprechi.
Economia circolare: eliminazione o riduzione della produzione di rifiuti e massimizzazione del riutilizzo e del riciclo delle risorse.
Protezione della biodiversità: salvaguardia degli ecosistemi naturali e della biodiversità dai geni, agli ecosistemi complessi. Questo può essere raggiunto, ad esempio, tramite la creazione di nuove aree protette, contrastando la deforestazione (obiettivo del nuovo regolamento EUDR) e cercando di ridurre l’inquinamento atmosferico, terrestre ed acquatico. Questi elementi sono fondamentali per la salute del pianeta e il benessere dell'umanità.
Quindi è facile capire che questo fenomeno, affinché porti a dei risultati tangibili, richiede l'impegno attivo di tutti i settori della società: individui, imprese, istituzioni, associazioni e governi. Questi ultimi, responsabili delle politiche sociali e ambientali, hanno un ruolo chiave nel promuovere le energie rinnovabili, l'efficienza energetica e tutti gli aspetti indicati in precedenza. Le imprese, a loro volta, devono innovare la loro operatività e i loro processi industriali per ridurre al minimo l'impatto ambientale, mentre i singoli cittadini possono adottare pratiche sostenibili nella loro vita quotidiana, come ridurre il consumo energetico e optare per trasporti ecologici.
Per riassumere, le strategie da attuare possono essere suddivise in:
Energia rinnovabile: utilizzo di fonti energetiche che si rigenerano naturalmente, come l'energia solare, eolica e geotermica.
Efficienza energetica: riduzione della quantità di energia necessaria per svolgere il processo produttivo.
Conservazione delle risorse: gestione sostenibile di risorse come acqua, minerali e legname e in generale le materie non rinnovabili
Ripristino ecologico: ripristino degli ecosistemi danneggiati e della biodiversità naturale.
Per quanto riguarda la valutazione degli aspetti ambientali ed economici, ci sono tre elementi chiave nella transizione ecologica. Questi elementi sono, come accennato nei paragrafi precedenti: l’impronta di carbonio, la valutazione del ciclo di vita e l’impronta ecologica. Più nel dettaglio, l’impronta di carbonio (o Carbon Footprint) calcola la quantità totale di gas a effetto serra (espressi in CO2 equivalente) generata da una persona, un'organizzazione, un evento, un prodotto o un servizio. L’LCA è un’analisi dell'impatto ambientale di un prodotto o servizio durante il suo intero ciclo di vita, a partire dalla fase di estrazione di materia prima fino allo smaltimento finale o al riutilizzo/riciclo. L’impronta ecologica è la quantità di terra e acqua biologicamente produttiva necessaria per sostenere i consumi e i rifiuti di una popolazione (includendo al suo interno sia i singoli individui sia le organizzazioni).
Com’è la situazione in Italia riguardo la transizione ecologica?
L'Italia ha adottato una serie di leggi e regolamenti per promuovere la sostenibilità e la transizione ecologica. Tra questi, il Piano Nazionale di Transizione ecologica (PTE) e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresentano due elementi fondamentali delle politiche ambientali italiane. Il PTE stabilisce gli obiettivi nazionali in materia di energia e clima fino al 2030, mentre il PNRR, finanziato in parte dal Next Generation EU, include investimenti significativi per la transizione ecologica. Nell’immagine seguente sono specificati in modo dettagliato tutte le azioni e le risorse che riguardano lo Stato Italiano.
Nello specifico, il PTE è suddiviso in diversi argomenti, che trovano riscontro nei punti chiave della transizione ecologica:
Decarbonizzazione
Mobilità sostenibile
Miglioramento della qualità dell’aria
Contrasto al consumo di suolo e al dissesto idrogeologico
Miglioramento delle risorse idriche e delle relative infrastrutture
Ripristino e rafforzamento della biodiversità
Tutela del mare
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